Esattamente un anno fa a Manziana veniva riscontrato il primo caso di Covid-19, da quel momento la situazione precipitò ovunque in Italia e nel mondo ed il nostro paese si trovò a fronteggiare dall’oggi al domani un focolaio, proprio all’inizio di quella che era stata da poco dichiarata una pandemia. Da allora nella nostra comunità il numero dei positivi ha superato quota 250 e tre di questi purtroppo hanno perso la vita a causa delle conseguenze del contagio.
A questa situazione si è aggiunto un corollario di limitazioni che hanno segnato la nostra vita, sia da un punto di vista sociale che economico.
A distanza di 365 giorni, con l’annuncio dell’inserimento della Regione Lazio in zona rossa, è come se le nostre menti fossero state soggette ad un corto circuito ed avessero fatto un tuffo nel passato, quasi come se nulla da allora fosse cambiato.
Ma non è così e la più grande differenza è rappresentata dal fatto che siamo tutti comprensibilmente stanchi e sfiduciati. E’ come se i sacrifici fatti fin qui si fossero rivelati inutili e vani. E allora si va alla ricerca dei colpevoli. Ma non è questo l’atteggiamento giusto per affrontare questa ennesima prova. Almeno non è questo il momento per concentrarsi su questo aspetto.
Personalmente, non appena ho saputo del passaggio in zona rossa, ho immediatamente pensato ai nostri bambini, a coloro che non possono contare su uno stipendio fisso e a tutti coloro che in questa crisi mondiale stanno perdendo il sonno, la fiducia in sé stessi, il lavoro, la visione di un futuro e la capacità di affrontare il presente.
Proprio per loro, usiamo le energie che abbiamo per aiutarci e non additarci. E’ questo l’unico atteggiamento utile in questo momento. Siamo una bella comunità capace di fare la differenza, a volte scontrosa, è vero, ma, proprio grazie a questo virus, abbiamo anche preso consapevolezza del fatto che siamo capaci di grandi slanci di solidarietà. Lo abbiamo fatto la scorsa primavera e ci ripeteremo anche ora.
Purtroppo si ricomincia e lo si fa e lo si deve fare sapendo di essere capaci di ascoltarci, aiutarci e motivarci. Rispettiamo le misure anti-contagio, facciamolo con impegno, serietà e convinzione. Manteniamoci umani e prendiamoci cura in primis di chi è più fragile.
Piangersi addosso non migliora le cose. Così come accusarci gli uni con gli altri. Proprio l’altro giorno, parlando con un Cittadino ultra ottantenne, discutevamo di quanto questi giorni somigliassero a quelli “della guerra”. Lui con semplicità mi ha detto: “ognuno vive una pagina della Storia e non siamo certo noi del paesello a cambiarla. Però noi possiamo decidere se goderci quello che abbiamo o rimpiangere quello che abbiamo perso o che vorremmo avere. Durante la guerra abbiamo retto botta e poi abbiamo ricominciato. Così si fa! Così mi ha insegnato mia madre quando ero solo un bambino e si era alle prese con la seconda guerra mondiale!”
Rifacendomi alle sue parole mi rivolgo a voi…reggiamo la botta, ce l’abbiamo fatta in passato e ce la faremo anche ora. Lo faremo tutti insieme e poi sempre uniti ricominceremo.
Forza Manziana!