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Comune di Manziana

“IL MIO REGALO DI NATALE L’HO RICEVUTO IL GIORNO IN CUI MIO PADRE E’ USCITO DALL’OSPEDALE”

Oggi siamo entrati nel mese delle festività natalizie, un periodo che quest’anno avrà sicuramente un sapore diverso dal solito ma non per questo meno profondo. Per ricordarci quanto sia importante apprezzare il valore della vita e quanto di bello ci circonda, nonostante le difficoltà che stiamo affrontando, oggi pubblichiamo l’intervista a Valentina, una nostra Concittadina colpita, insieme a tutta la sua famiglia, dal Covid-19 e fortunatamente guarita dalla malattia che aveva portato il papà fino in terapia intensiva.
A Lei un grande grazie per la disponibilità e la sensibilità che ha mostrato, accettando questa intervista.

– LA VOSTRA FAMIGLIA E’ STATA TOCCATA DA VICINO DAL COVID-19: COME E’ INIZIATO TUTTO?
Il tutto è iniziato il 25 settembre da una semplice tosse, che non destava alcuna preoccupazione. Il 28 Settembre è arrivata la febbre alta.
– QUANDO LE COSE SONO PRECIPITATE? E COSA E’ ACCADUTO?
Dopo due giorni, la situazione è iniziata ad essere preoccupante, il saturimetro segnava il 77% di ossigenazione, così mio fratello ha chiamato l’ambulanza: sono arrivati a casa, lo hanno visitato e portato di corsa via verso l’ospedale Gemelli. Io al momento che è stato portato via non ero presente, ma mia madre mi ha raccontato che aveva gli occhi impauriti e che fece un cenno con il pollice alzato come per dire “state tranquilli, tutto bene”. In quel momento hai mille sensazioni anche quella che il Covid non può aver colpito la tua famiglia.
– POI PERO’ PURTROPPO LA REALTA’ HA RACCONTATO ALTRO… COME AVETE AFFRONTATO I GIORNI DEL RICOVERO DI SUO PADRE E COME SIETE RIMASTI IN CONTATTO?
Purtroppo il 4 Ottobre è arrivato il risultato del tampone di mio padre: positivo, con polmonite bilaterale da Covid. Lì ci è crollato il mondo addosso. Sono stati giorni, ore e settimane che abbiamo vissuto attaccati ad un telefono, un telefono che quando squilla fa tanta tanta paura, soprattutto quando non puoi più sentire la voce di tuo padre o di tuo marito e l’unica voce che senti è quella dei medici.
I medici che un giorno ti dicono è stabile e questo ti aiuta a sopravvivere, oppure, come è successo, ti dicono che “suo marito è peggiorato ed è stato traportato in terapia intensiva” e capisci che ti preparano al peggio. Ma poi è arrivata la telefonata che dopo dieci giorni ci ha detto che papà ce l’aveva fatta. Abbiamo sentito la sua voce fioca e provata che ci ha detto: “sono stato miracolato”.
– DA POCO SUO PAPA’ E’ TORNATO A CASA… COME DESCRIVEREBBE IL MOMENTO IN CUI VI SIETE NUOVAMENTE RIVISTI?
Dopo 42 giorni siamo andati a riprenderlo in ospedale: l’emozione è stata indescrivibile. Il cuore a mille, lacrime di gioia ma soprattutto ho pensato che da quel momento sarebbe iniziata una nuova vita.
– MA OLTRE AL SUO PAPA’, ANCHE VOI PERO’ SIETE RISULTATI POSITIVI: COME VI ERAVATE ORGANIZZATI DURANTE L’ISOLAMENTO E QUALI SONO STATE LE DIFFICOLTA’ CHE AVETE INCONTRATO?
Il 13 Ottobre scopriamo anche noi di essere positivi ma asintomatici, tranne mio figlio grande (lui isolato dentro una stanza): oltre tutto quello che stavamo provando per mio padre è arrivata quest’altra prova, ma ho avuto aiuto da tantissime persone amiche, da colleghi, da familiari, dal Sindaco. Le emozioni erano tante: la prima era quella di non poter essere accanto a mia madre e mio fratello se non tramite telefono. Poi il senso di “colpa” che ti spinge a pensare “e se il male di mio padre l’ho provocato io?” e a cercare di ricostruire tutti i tracciamenti delle persone viste nei giorni precedenti con la speranza che non ci siano altre persone coinvolte.
– OGGI COM’E’ LA VOSTRA NORMALITA’? QUALI SONO GLI STRASCICHI E GLI INSEGNAMENTI CHE VI HA LASCIATO QUESTA ESPERIENZA?
Come è giusto che sia siamo tornati alla normalità, ma purtroppo con delle ferite che pian piano stiamo ricucendo con l’amore della famiglia, ma con tante paure.
Questa esperienza ci segnerà a lungo ma posso dire che io e mio fratello e i nipoti abbiamo potuto “riabbracciare” MIO PADRE e mia madre suo MARITO; che la vita ci ha messo a dura prova e che non dobbiamo mai dare nulla per scontato.
– INFINE, C’E’ QUALCOSA CHE VORREBBE DIRE ALLA CITTADINANZA O UN ASPETTO CHE VORREBBE SOTTOLINEARE, ANCHE IN VISTA DELLE FESTIVITA’ NATALIZIE?
Io il mio regalo di Natale l’ho avuto il giorno in cui mio padre è uscito dall’ospedale. Auguro un buon Natale a tutti, ma vi prego di non abbassare la guardia: evitiamo feste in grande, ce ne sarà tempo, e preserviamo i nostri familiari, che sono loro il pilastro della nostra esistenza.